Il viaggiatore che visita Civita, la prima cosa che nota è la presenza sui tetti delle case di comignoli particolari, che hanno qualcosa che va oltre la loro semplice funzionalità pratica. La loro storia e i loro significati che si uniscono alla cultura popolare del luogo lo rendono una perla rara nell’incantevole scenario del Parco del Pollino.
Segno di originali forme di ingegneria e di arte espressiva ed allegorica, mista di allegria e sobrietà,
ecco perché considerati un’attrattiva per il paese, fatte di raffinatezze e particolarità in quanto
trasformazione di un oggetto elementare e comune in un oggetto d’arte da ammirare e restare, affascinati
per le tradizioni artistiche che ci narrano.
Il valore aggiunto attribuito ai comignoli consiste nel racconto dell’intimità domestica di ogni singola
casa, divenendo essi stessi simboli dello status sociale familiare, si osservano così comignoli più
elaborati e decorati posti sulle abitazioni appartenenti a famiglie nobili, altri più semplici sia nella
forma che nella funzionalità per i contadini, altri arricchiti di forme apotropaiche per chi viveva più di
simbologia e ritualità.
I comignoli sono creature di pietra nate tra l’800 e 900 e stando ad alcune fonti orali addirittura al XVI secolo, ma esistono di più antichi che risalgono al 700. Per capire lo sviluppo di questi comignoli che un tempo assolvevano alle odierne caldaie a metano, e a cui si volle dare una veste ornamentale, bisogna risalire alle fonti storiche.
Il comignolo ebbe una certa importanza già nel Medioevo nei paesi in cui il clima imponeva l’uso di camini all’interno delle abitazioni con una notevole dimensione a causa delle forti pendenze e dell’altezza dei tetti, nel Rinascimento si sfrutta il comignolo come motivo decorativo, mentre in Italia il suo uso si sviluppa nel 700 ed il primo centro di diffusione è Venezia.
Figli di un "architettura minore e priva di valore", sovrastano la antiche abitazioni con una struttura consolidata nel tempo, che resiste alla storia e al vento di tramontana del Pollino, (ma forse sopravviveranno ancora per poco tempo ai tentacoli dell’edilizia moderna, questi appaiono agli occhi dei visitatori piuttosto esuberanti a causa delle dimensioni, sproporzionate rispetto alle abitazioni sulle quali sono posti, frutto di estrosi e fantasiosi artigiani del tempo, che devono le loro creazioni a credenze popolari, o forse a simboli dello status familiare, in piccolo quelle che erano le torri in epoca medievale, questi comignoli sono diversissimi fra loro perché ogni civitese non poteva rischiare di vedere ripetuto sulla casa del compaesano lo stesso comignolo, gli sono stati attribuiti nomi curiosi come la Maschera, il Totem, ornati di maschere apotropaiche che danno l’importanza all’intero fabbricato.
Non si sa bene quando sia cominciata la tendenza a costruire comignoli sui tetti delle case civitesi
ma si sa che la loro realizzazione diventò via via un’arte vera e propria che rese importanti i maestri
che li costruivano.
Osservando i vari comignoli si nota che alcuni di questi condividono elementi simili e questo fa supporre
che siano stati costruiti dalla stessa mano, avendo però un’importanza sociale per la distinzione tra i
diversi ranghi di origine delle famiglie, la rifinitura viene fatta con estrema cura. Con l’avvento del
cemento armato e la scomparsa delle antiche maestranze l’arte dei comignoli è via via scomparsa e alcuni
di essi sono stati addirittura demoliti e solo da poco che i maestri artigiani realizzano comignoli che
si ispirano all’antica tradizione senza tuttavia tralasciare l’uso di materiali moderni e la loro
creatività personale.
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