Aggirandoci per le stradine di questo meraviglioso borgo, notiamo delle tipiche casette dalla struttura antropomorfa. Le sette abitazioni si distinguono dalle altre per la curiosa morfologia che ripropone i tratti di un volto umano, riflesso della distribuzione degli spazi all’interno della casa.
Le case del centro storico sono costruite tutte in pietra. Fonti storiche attestano che le stesse
costruite dai primi albanesi erano di paglia e venivano bruciate in primavera per non pagare il focatico,
in seguito essendo stato loro proibito di edificare in muratura, usavano intrecciare rami secchi e
impastarli con l’argilla all’uso macedone, queste erano chiamate “Kallazine”, solo in un secondo momento
furono edificate le prime case in pietra.
Le abitazioni arbëreshe, sono composte da due piani: il primo costituito da uno o più ambienti ha l’accesso
principale a diretto contatto con l’asse viario a piano terra. La sua ampiezza corrisponde quasi sempre
all’intera superficie della casa, generalmente coperto da un solaio ligneo sostenuto da muri perimetrali
in pietra, questi vani prendono luce dalla porta d’accesso a piano terra o da piccole finestre poste nella
parte più estrema dell’ambiente, dove si trovano i vani usati come magazzini o dispense.
La novità delle abitazioni albanesi è la presenza di un grande camino “vatra” costituito da una grande cappa con forno pensile. Sotto la cucina generalmente c’era un basso detto “Katoqi vikirr” adibito a seconda cucina rustica. Alla zona notte solitamente posta al piano superiore vi si accede internamente attraverso una scala di legno, mentre l’uso di scale esterne caratteristica delle abitazioni arbëreshe è un elemento comune sia nell’architettura minore che negli edifici più importanti e risale al XI secolo, la caratteristica è la presenza del ballatoio “lloxhë” posto al primo piano risalente al XIII secolo, sotto quest’ultimo si trova un locale per polli e maiali “furriqi”.
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